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C'è amianto sulle nostre Ferrari?

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  • C'è amianto sulle nostre Ferrari?

    Argomento molto cool come dicono gli inglesi,tutto può essere anche se un dubbio mi viene,cioè quando usci questo modello se non ricordo male l'amianto era già stato messo al bando.

  • #2
    Molto interessante..................................facc i sapere cosa rispondono.


    Marco 348 TB

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    • #3
      Che io sappia l'amianto era usato in passato nelle vernici e nei materiali di attrito, freni, frizioni etc non credo che le parti da te indicate siano di amianto ma saranno sicuramente realizzate in qualche materiale che gli somiglia per colore etc
      Se dovesse essere comunque amianto nel vano motore dovresti trovare tale indicazione guarda eventuali targhette etc

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      • #4
        Secondo me o telo dice a voce un'officina autorizzata Ferrari..oppure mi sa che vogliono una richiesta ufficiale al reparto Ferrari classiche dove con i progetti e num. sìdi serie dei componenti specificheranno anche i materiali....al costo di 500 eur...sec. me!!!Pensa ne prendono 1500 eur solo per la certificazione...senza che visionino la macchina!!!!
        Enrico

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        • #5
          AUTOVEICOLI
          (Riparazione parti meccaniche, carrozzeria, gomme)
          Amianto, prevalentemente in mescole di resine fenoliche, è stato utilizzato nei materiali da attrito (
          freni e frizioni). Alcune vernici antirombo potevano contenere fibra di amian
          to come carica inerte. Cartoni, nastri, tele e corde sono stati utilizzati
          per la coibentazione di alcune parti del motore o della carrozzeria. E’ stata dimostrata una contaminazione di fibre di amianto nelle cabine di guida di autocarri prodotti nel secondo dopoguerra e fino agli ani ’70, causata dalla degradazione dei manufatti in amianto (calze, fasce) installati su parti di motore e veicolati all’interno delle cabine dal sistema di riscaldamento, particolarmente per gli autocarri con motore posizionato all’interno dell’abitacolo e segregato con “cofano” inserito tra i sedili di guida. I pattini da attrito
          potevano essere abrasi per rendere nuovamente ruvida la superficie (ravvivatura) mediante carta vetro o lima. I pattini da attrito dei freni a tamburo dei mezzi pesanti venivano sottoposti ad una leggera
          tornitura per calibrare la centratura sul tamburo. La lavorazione asportava del truciolo e liberava fibre in aria. La produzione di pattini da attrito contenenti amianto è stata vietata dalla legge 257/92 nel 1994 ed
          il loro utilizzo è proseguito fino ad esaurimento.

          Trovato in rete riguardo ai componenti sulle auto, non parla di parafiamme etc poi non saprei!

          http://www.ispesl.it/dml/leo/downloa...I_Rapporto.pdf
          Ultima modifica di gettermachine; 12-06-13, 16: 59.

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          • #6
            Leggi questo articolo Luigi.

            In 8 milioni di vecchie auto ancora in circolazione è presente amianto, nei gruppi frenanti, nelle frizioni, nei carter …

            News

            In 8 milioni di vecchie auto ancora in circolazione è presente amianto, nei gruppi frenanti, nelle frizioni, nei carter di protezione termoisolante dei tubi di scarico e nei rivestimenti fonoassorbenti del vano motore
            Fonte: Greenreport http://www.greenreport.it
            Di Diego Barsotti
            LIVORNO. Sono circa otto milioni le automobili tuttora in circolazione, commercializzate o riparate prima del 1994, che, secondo una stima dell’Aci, potrebbero avere componenti di amianto nei gruppi frenanti, nelle frizioni, ma anche nei carter di protezione termoisolante dei tubi di scarico e nei rivestimenti fonoassorbenti del vano motore. Amianto le cui fibre disperse nell’aria potrebbero essere un serio rischio per la salute dei lavoratori addetti del settore, come i meccanici, elettrauto, gommisti, carrozzieri, demolitori. Da qui la necessità di attuare misure di prevenzione e protezione, nonché programmi di formazione ed informazione sui rischi per la salute dovuti all’esposizione alla polvere di amianto e dei materiali contenenti amianto.
            Questa è la prima notizia. La seconda notizia è che tale allarme è stato l’oggetto della relazione che il dipartimento provinciale di Vibo Valentia dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) ha presentato all’ultima edizione della Conferenza mondiale 2009 sull’amianto, organizzato dall’Ispesl Taormina dall’1 al 3 ottobre scorsi. E che quindi è stata bellamente ignorata dai media, solo parzialmente giustificati dalla tragedia che in quelle ore avveniva a poche decine di chilometri di distanza. Il direttore del dipartimento vibonese dell’Arpacal, Mariano Romeo, accompagnato dall’ingegnere Pietro Paolo Capone, del servizio tematico dipartimentale Aria, ha appunto presentato uno studio volto a mettere in luce le problematiche derivanti dall’uso dell’amianto nel settore automobilistico.
            Capone, in particolare, ha sottolineato come anche questo settore in passato sino all’entrata in vigore di una legge che ne vietava la produzione nel 1992 – sia stato interessato – «da una massiccia diffusione di materiali contenenti amianto, installate in tantissime applicazioni», tra cui impianti frenanti e frizioni.
            Lo sviluppo di metodi sicuri di lavorazione e la realizzazione di opportuni programmi di formazione professionale su questi metodi di lavoro, quindi rappresentano le principali articolazioni di un’efficace strategia volta a ridurre al minimo i rischi per la salute e per l’ambiente circostante, in linea con quanto dispone il Decreto legislativo 2008 n.81 in materia di tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro.
            Il direttore del dipartimento vibonese, Mariano Romeo, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di avviare una serie di iniziative unitarie sia per sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli derivanti dall’esposizione all’amianto e sia per concordare gli interventi più appropriati per smaltirne i rifiuti senza provocare alcun pericolo di contaminazione per gli addetti ai lavori e per l’ambiente.
            Ma sappiamo bene che il problema è doppio: da una parte anche dove è stato vietato come in Italia, si continua ad avere amianto ed eternit sparso su tetti, capannoni, navi, e manufatti con pochissimi investimenti dedicati alla bonifica e ancor meno discariche destinate allo smaltimento finale dell’amianto una volta smantellato e ‘inertizzato’. Dall’altra parte dobbiamo invece ricordare che importanti Pesi ancora non l’hanno messo al bando (per esempio India, Brasile, Canada e Kazakhistan) e l’amianto viene utilizzato in numerosi settori, fra i quali anche quello automobilistico, col rischio per esempio nel caso dell’indiana Tata, che alcuni modelli contenenti amianto vengano importati anche ai giorni nostri.
            «Fare tutto il possibile per contenere gli effetti negativi legati all’uso su larga scala di questo materiale – ha concluso Romeo – è questo l’obiettivo principale sul quale lavorare nell’immediato futuro. I risultati, ovviamente, saranno tanto più soddisfacenti quanto più i diversi soggetti interessati sapranno agire, nel rispetto delle specifiche competenze, in piena sinergia e collaborazione».

            Quindi potrebbe essere amianto!!!!! Assurdo!
            Ultima modifica di gettermachine; 12-06-13, 17: 04.

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            • #7
              Di proposito sono andato a prendere una foto postata tempo fa,nel vano motore del mondial credo ci sia una lastra che potrebbe essere d'amianto.
              Andrò in garage a vedere.
              File allegati

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              • #8
                Proprio come nel mio condominio, che è del 1989,,,e dove scopro che il tetto è di amianto....al momento non ha subito rotture.....ecco la foto....le macchiette sono i segni del deterioramento dagli agenti atmosferici
                File allegati
                Enrico

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                • #9
                  Ma tra noi non ci sono avvocati? Credo che basterebbe una lettera a nome di decine di clienti Ferrari che si dicono disposti ad adire alle vie legali e soprattutto a dare ampia diffusione mediatica al fatto che Ferrari non intende rispondere (e magari la possibilità di interessare del problema trasmissioni TV tipo "Le iene") . Li farebbe perlomeno rispondere con maggiore attenzione e rispetto. Ho l'impressione che scaricare l'onere della risposta sui centri assistenza sia un tantino sospetto, un pò come dire: Col cavolo che ti rispondo... e sperano magari che la frase tranquillizzante di un meccanico con la tuta col cavallino ti rabbonisca (magari previo contributo di qualche centinaia di euro all'assistenza stessa )
                  E infatti il magazzino ricambi per TUTTO ciò che riguarda le auto storiche o non più prodotte è in Inghilterra!!! e loro a questo punto non c'entrano più
                  sigpic.....Non si vive di solo pane.....

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                  • #10
                    ...e comunque a prescindere dalla pericolosità, il cui giudizio dipende dagli organismi competenti e non dalla Ferrari, loro DEVONO rispondere.In un modo o nell'altro, ma fare gli gnorri no!
                    sigpic.....Non si vive di solo pane.....

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