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Milano, parcheggia la sua Ferrari blu nel posto per disabili: «Me ne frego»
Nella strada dello shopping di lusso spinte al papà del ragazzo col permesso
di Gianni Santucci
La sosta per disabili in Via Montenapoleone dove è stata parcheggiata la Ferrari
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«Io me ne frego di te e della polizia», urla il proprietario della Ferrari blu mentre risale in macchina; poi sbatte lo sportello, mette in moto e accelera; il motore della sua «FF coupé» rimbomba davanti alle vetrine della boutique Cartier, tra i passanti che si sono fermati per capire cosa stia accadendo. Là in strada, nel cuore del quadrilatero della moda di Milano, resta un uomo interdetto: è stato insultato e spintonato davanti a suo figlio, un ragazzo minorenne con un grave handicap, che ora è preoccupato e spaventato (perché ha assistito a tutta la scena dalla macchina). La fuoriserie era ferma a cavallo di due posteggi riservati ai disabili; il padre è arrivato in auto con suo figlio e ha semplicemente chiesto al guidatore della Ferrari se poteva spostarsi di un paio di metri. Doveva parcheggiare e far scendere il ragazzo: per questo è stato aggredito. Mancavano pochi minuti alle 18, sabato pomeriggio, di fronte al civico 16 di via Montenapoleone.
Storia miserabile di arroganza. Forse anche peggiore di quel cartello di offese gratuite lasciato a metà agosto vicino a un posto per disabili, nel parcheggio di un centro commerciale a Carugate, in provincia di Milano (il cartello diceva: «A te handicappato che ieri hai chiamato i vigili per non fare due metri in più vorrei dirti questo: a me 60 euro non cambiano nulla, ma tu rimani sempre un povero handicappato»). Stavolta il rigurgito di inciviltà è esploso in strada, di persona, più sfacciato, se possibile anche più ignobile: tanto che qualcuno ha chiamato la polizia, segnalando l’aggressione. La Ferrari s’era già allontanata. Qualcuno però aveva annotato la targa.
Così i poliziotti si sono occupati prima di tranquillizzare il padre, e soprattutto di rassicurare il figlio, che era molto scosso. Tra gli agenti arrivati in via Montenapoleone c’era un poliziotto esperto, Marcello Di Tana, al suo ultimo giorno di lavoro in Volante (ha da poco superato la selezione per passare a un altro reparto): si è staccato dalla divisa lo scudetto con «la pantera» e lo ha regalato al ragazzo. Un piccolo gesto di umanità, mentre erano già partite le ricerche per individuare l’uomo in Ferrari.
La «FF coupé» aveva una targa svizzera, del Ticino. È intestata a un imprenditore milanese, 59 anni, residente a Lugano. Un nome con una storia che si sdoppia a cavallo del confine. Perché in Italia l’imprenditore ha una serie di precedenti per lesioni, minacce, percosse, oltraggio a pubblico ufficiale. Non potrebbe guidare, perché la patente gli è stata revocata (come il porto d’armi), anche se da un paio d’anni ha una licenza di guida svizzera. E proprio da Lugano partono altre tracce che portano nel mondo grigio della finanza internazionale: il nome dell’imprenditore e un paio d’aziende a lui collegate (con sede alla Isole vergini britanniche) compaiono infatti nei «Panama papers», il gigantesco archivio dello studio legale panamense «Mossack Fonseca», che per decenni ha creato e gestito decine di migliaia di società offshore in cui sono confluiti patrimoni e ricchezze da mezzo mondo.
È probabile che fosse proprio lui a guidare in Montenapoleone, su quella macchina che costa più di 250 mila euro. Il padre di quel ragazzo aveva diritto a lasciare la sua auto in quel posteggio riservato, aveva chiesto semplicemente di spostare la Ferrari di qualche metro, ha ricevuto una risposta infastidita, è iniziata una discussione, finita con una violenta spinta. Il ragazzo era in auto e ha seguito l’aggressione a suo padre.
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Si questo è un caso dove "TUTTI NOI" Ferraristi, inevitabilmente, risultiamo prepotenti.
Il binomio è perfetto, Ferrari = prepotente.
Questi personaggi comportandosi così, riempono le cronache dei giornali e tv che ci sguazzano e spargono (volutamente) fango su tutti coloro che possiedono una Ferrari.
Se ci pensiamo non è niente di nuovo, in Italia chi ha la Ferrari è considerato "MALE".
Il problema è culturale, in Italia chi ha la Ferrari non è un esempio da imitare come è in America ma è uno che ha fregato-ingannato-evaso-ecc.
Questo è il messaggio che da decenni i nostri media trasmettono al popolo.
Marco 348 TB
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Legge del cazzo da italiani....gli dai fuoco con tutta la famiglia nella sua ferrari....bambini o meno bruciare tutti...razza da estirpare....questa è legge....con un passato cosi mi pare gira ancora in ferrari"....mi piace pensare della ferrari come una versione ridotta di dio...." jeremy clarkson
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Ho letto tutta la discussione...che dire.... In effetti anche il commercialista mi ha detto che prima di comprare una Ferrari,anche se datata bisogna "fare i conti " se si risulta congrui per non avere problemi, non tanto per il costo di acquisto,ma per il mantenimento. Per chi ha un'azienda,anche se pago tutto ,è un problema,mi scoraggia.
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state certi che tutti gli italiani che transitano per la svizzera o che lavorano e risiedono da quelle parti le leggi le rispettano eccome le rispettano. non esiste nessun modo per farla franca,non getti neanche una sigaretta per terra,diciamo che il senso di civiltà omnipresente ti porta ad esserlo con le buone o le cattive. L'italiano disonesto nel suo paese sbraita perchè si crede di essere chissa chi e poi ne va di mezzo tutta la categoria degli appassionatiE se lo dico io....
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Questa è una bella cosa....ne parlavo proprio oggi con un collega che ferrari avrebbe dovuto fare qualcosa e cosi è stato....a sto tipo spezzagli la spina dorsale e lascialo su una sedia a rotelle....miserabile...."....mi piace pensare della ferrari come una versione ridotta di dio...." jeremy clarkson
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