Quanto alla Rossa, nel giorno in cui raggiunge il risultato più bello della stagione (dopo il terzo posto di Istanbul), l’uomo che l’ha issata sul gradino d’argento ammette che il mondiale, più o meno, è ormai andato. «Vettel è stato fin qui fantastico – spiega infatti Alonso –, ha vinto cinque gare su sei e l’unica volta che accadde una cosa simile, due anni fa, con Button, andò poi a finire che Jenson conquistò il titolo… Per cui credo che se vinci tante gare così hai quasi conquistato il campionato». Chiaro, schietto, sincero: fatti due conti, è il senso, possiamo darci dentro e non mollare mai («perché rinunciare a combattere fino all’ultimo è un atteggiamento che proprio non ci appartiene», spiegherà poi il team principal Stefano Domenicali), ma solo qualcosa di incredibile potrà riaprire le sorti della stagione maranelliana.
Stagione che qui a Monaco, però, ha visto i due Cavallini fare cose belle. Perché al via Alonso ha messo in pista una grande partenza (merito suo e ovviamente merito della squadra che ha lavorato molto al sistema) e perché «se la prima safety car ci ha aiutato» visto che Button si stava involando, la seconda e la bandiera rossa a fine gara con ripartenza (decisa per soccorrere Petrov, ndr) ci hanno impedito di tentare l’attacco per la vittoria. Perché sono convinto che negli ultimi nove giri le gomme di Vettel erano ormai ai limiti nella parte centrale della pista e nell’ultima, e avevo individuato un paio di punti dove attaccarlo… Come? Visto che non guido il mondiale e non ho nulla da perdere, avrei provato a vincere a costo di un incidente con lui».
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